Jacques R Gesret : le dermalgie riflesse e la cellulite

Le dermalgie riflesse e la  cellulite

Jarricot ha messo in evidenza delle dermatologie alle quali ha attribuito il qualificativo di “riflesse viscero-cutanee”.  Ha, in effetti, constatato che erano presenti in zone cutanee precise ogni volta che veniva diagnosticata una patologia viscerale. Era logico farne una regola dopo queste constatazioni!

Ma facciamoci delle domande.
Quali saranno le ragioni per cui le viscere si sregolano nelle loro funzioni?

Ne conosciamo alcune di origine esogena (sostanze ingerite, germi, virus, ecc.) ma ne esistono altre di origine endogena (tumori, cisti, insufficienze vascolari, ecc.)

Potrebbero essercene altre non ancora individuate?

Per esempio, per tornare alla mia teoria, potrebbe esistere una compressione leggera di certe fibre nervose che provocano difetti o errori di informazioni con un ritorno di reazioni riflesse logiche.

O anche un deficit riguardante gli influssi simpatici, antagonisti degli influssi parasimpatici.

Se prendiamo il caso dell’asma:

potrebbe essere che una informazione nocicettiva di origine articolare (condrocostale) sia recepita, a torto, sia dal sistema centrale e sia dal centro midollare, come proveniente dal plesso polmonare e scatenare una reazione riflessa a carattere bronco-costrittivo o iper-secretoria.

Potrebbe essere ugualmente che esista un deficit a livello del plesso polmonare dell’azione antagonista delle fibre simpatiche (bronco dilatatatrici e frenatrici delle secrezioni) provocato dalla compressione meccanica e/o infiammatoria di una o più radici nervose a livello della loro uscita vertebrale.

In un caso come nell’altro, il risultato sarà identico: perturbazione del buon funzionamento degli organi.

Allora, se l’origine della disfunzione viscerale fosse la conseguenza logica di un errore o di un deficit d’informazione, perché una dermalgia si collocherebbe in una zona precisa?

Cos’è una dermalgia?

Una dermalgia è una lipodistrofia di taglia variabile localizzata in una zona metamerica cutanea; si rivela all’atto di un esame, attraverso la “palpazione”, a causa del suo aspetto indurito e soprattutto a causa della sensazione molto dolorosa risentita dal soggetto.

Le dermalgie secondo la classificazione di Jarricot esistono, ma non sono d’accordo con il ritenerle di origine viscerale.

Mi spiego:

ho constatato, in dieci anni di pratica, che le lipodistrofie nascono sempre, come punto di partenza, nella zona cutanea interapofisiaria che corrisponde a uno stadio vertebrale in restrizione di mobilità articolare.

Esse si estendono, proporzionalmente all’anzianità della lesione, nella zona metamerica corrispondente, aumentando il volume.

Questa scoperta, riguardo il meccanismo della cellulite, mi è valsa l’onore di una pubblicazione nella rivista del Sindacato Nazionale di Chirurgia Estetica Francese, nel 1986

Allora, se le lipodistrofie hanno origine a partire da un disturbo articolare, perché si localizzano in zone particolari?

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Cosa possiamo constatare d'altro in queste stesse zone?

  • Le zone cutanee sotto le quali si localizzano le lipodistrofie non trasmettono più le informazioni di tipo “puntura” ma solo quelle di tipo “bruciore”.

Quale potrebbe essere la relazione tra il grasso  e l'informazione di bruciore?

  • L’informazione di tipo “bruciore” è percepita solo quando si stimola la zona con un martelletto fornito di piccoli aghi;  in assenza di stimolazione non si percepisce nulla di anormale.
  • Potrebbe darsi che queste zone cutanee trasmettano in permanenza delle informazioni di tipo “termico”: sarebbe logico?

Quale è la prima funzione del grasso sottocutaneo?

  • Tutti i mammiferi che vivono in condizioni climatiche estreme di freddo o di caldo, possiedono un importante strato di grasso sottocutaneo che ha la funzione di conservare la loro temperatura interna nei limiti fisiologici normali.
  • Se così non fosse, la loro temperatura aumenterebbe o diminuirebbe verso limiti inaccettabili.

Il grasso sottocutaneo è un isolante termico

Apriamo una parentesi al riguardo:

I cuccioli d’animale sprovvisti di pelliccia hanno uno spesso strato di grasso sottocutaneo, mentre gli altri ne sono sprovvisti.

Perche?
Il motivo è semplice: se la madre deve lasciare il suo piccolo per procurarsi il cibo o scacciare un predatore, questo si raffredderà molto rapidamente se non ha pelliccia.

In questo caso lo strato di grasso gli permette di conservare il calore interno e gli garantisce di sopravvivere.

Questo strato di grasso si assottiglia in funzione dello spessore e della qualità della pelliccia delle varie specie; tutti i macellai lo sanno.

Personalmente, sono convinto che è attraverso il latte materno che arriva l’ordine (credo ormonale) di accumulare o meno grasso sottocutaneo; ciò  mi fa dire  che un vitello nutrito dalla madre raggiungerà un certo peso in funzione del latte che avrà assunto. Se questo vitello riceve ormoni artificiali nella stessa quantità di latte assunto, si vedrà aumentare di peso e volume, ma avrà più grasso del normale e tratterrà acqua nei tessuti.

E’ per questa ragione che da anni io lotto contro il consumo dei prodotti caseari sotto tutte le forme, partendo dal principio che il latte è l’alimento esclusivo della prima età e che deve restare della specie.

Dare del latte di mucca ai nostri bambini ne farà dei vitelli!

In natura, che ci dovrebbe servire da modello, non esiste animale che torni al latte materno dopo lo svezzamento e, se si vuole avere un’idea di quello che dà un sovraconsumo di prodotti caseari, basta guardare la maggior parte degli americani (donne e bambini in particolare).

Penso che gli ormoni contenuti nel latte vaccino siano molto simili a certi ormoni femminili, il che fa sì che una donna, consumando prodotti lattieri, accumuli molto più grasso di un uomo.

Allora, se il grasso:

  • è un isolante termico
  • si colloca in zone cutanee precise
  • se queste stesse zone hanno la particolarità di non trasmettere più le informazioni di “puntura”

è perché queste zone trasmettono solo più informazioni anormali di freddo o caldoin confronto ad altre che sono normali.

E’ solo a queste condizioni che il corpo potrà trovare le giuste basi per ispessire lo strato adiposo sottocutaneo.

Dato che la presenza di questo strato non è sufficiente a far cessare le informazioni termiche anomale, esso continuerà ad ispessirsi senza sosta; noi ne abbiamo l’esempio nelle persone che presentano cuscinetti di cellulite (come l’omino Michelin) situati molto visibilmente in zone metameriche precise.

Dunque la dermalgia è l’effetto di una disfunzione termica e la sua localizzazione accentuata in un punto di una zona metamerica cutanea deve fare ricercare le terminazioni nervose radicolari sottostanti per poter risalire all’origine vertebrale.

Ogni volta si constaterà che esiste una restrizione di mobilità articolare dello stadio vertebrale in questione.

Bene, abbiamo visto un meccanismo generatore di dermalgie ma

Quale relazione si potrebbe fare con  gli organi in corrispondenza?

Dato che c’è una compressione delle fibre nervose che partono dal segmento midollare corrispondente e che si ammette il principio di una ripercussione cutanea, tanto a livello delle informazioni percepite tanto a livello delle reazioni riflesse, bisogna prospettare che si possa generare un fenomeno analogo a livello organico.

E’ quanto tenteremo di dimostrare.

Penso che la logica sia semplice, in effetti gli organi per poter funzionare correttamente devono emettere delle informazioni (via sensitiva interaccettiva) e ricevere degli influssi antagonisti e compensatori del sistema parasimpatico (via efferente simpatica).

Esistono più ipotesi:

  • o un deficit d’informazioni dovuto a compressione delle fibre afferenti e/o efferenti
  • o esistono connessioni tra le vie esterocettive che portano le informazioni di tipo “bruciore”e le vie interocettive

Sicuramente tutto questo dovrà essere dimostrato da studi precisi che non sono di mia competenza!

Penso più ad un sistema di informazioni progettato (fantasma) che a un sistema midollare semplice.Una parte del meccanismo deve trovarsi a questo livello, ma l’altra parte deve passare per le vie del sistema centrale; le informazioni cutanee errate possono provocarvi una percezione a carattere viscerale e una reazione normale di ritorno.

Quello che noi pensiamo essere una patologia è, forse, da considerare non come un errore commesso dal corpo, macome una risposta logica ad una informazione anormale.

Il corpo è una società che mira alla perfezione, tanto sul piano del consumo che sul piano dell’informazione.

E’ tutto basato, come nella società attuale, sul “consumo”, dove i sistemi di comunicazione si sviluppano freneticamente perché ci si è resi conto che è attraverso questo che si può ottenere la perfezione dello scopo.

Abbiamo considerato i meccanismi midollari riflessi, ma ora bisogna tenere conto di un insieme.

Quali sono dunque le grandi vie di comunicazione del corpo umano?

Ne abbiamo due: il sistema parasimpatico (Vago) e il suo antagonista, il sistema ortosimpatico (o simpatico).

Guardiamo rapidamente uno schema semplificato che ce lo rappresenta.


J. Delmas et A. Delmas. - Voies et centre nerveux- Masson Ed.1954)

Ecco un sistema abbastanza semplice, in apparenza, che si potrebbe ridurre a una immagine: ogni organo è una lampadina elettrica e la corrente è fornita da due fili.

Questa semplice (ma non semplicistica) immagine ci permette di capire che uno dei due fili è “bloccato”; la corrente non passa più e la lampadina rimane spenta.

Ma nel corpo non si tratta di un sistema così semplice; i due sistemi sono “antagonisti” cioè paragonabili a due squadre di tiro alla fune.

Ogni squadra si sforza di spostare il centro della corda verso il suo campo, una volta domina una squadra, una volta domina l’altra.

In elettromeccanica si utilizzano dei servomotori di asservimento: per esempio sulle ali degli aerei , per mantenerle in posizione precisa, si usano due circuiti opposti le cui forze sono in senso opposto, ma sempre di eguale forza.

Ciò darà una posizione angolare esattamente controllata e che sarà mantenuta.

Questo esempio si avvicina al nostro sistema “simpatico” e “parasimpatico” nel senso che la loro azione è “modulatrice e regolatrice, paragonabile al pilota automatico di cui è dotato un aereo, pronto ad intervenire nelle modifiche necessarie  per ristabilire l’ordine